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Federico Garolla
Fotografie 1948 - 1971
Il percorso professionale e creativo di Federico Garolla lungo il delicato trentennio successivo al conflitto, è riflesso nei modelli di linguaggio che tutta la fotografia italiana ha dovuto affrontare. Anzitutto il grande sviluppo della stampa settimanale in rotocalco, quindi l'avvento massiccio delle immagini a colori, e poi il proliferare dell'editoria specialistica. Garolla ha attraversato con la sua fotocamera la mutazione nella cultura e negli stili di vita del nostro paese, e la crescita continua nel 'consumo' di massa delle immagini
per la verità non sempre corrispondente al loro valore.
La sequenza di fotografie che presentiamo in questo portfolio offre un saggio parziale ma significativo del lavoro di Garolla tra gli anni Cinquanta e i Sessanta, ed offre una mirabile prova dell'eclettismo che caratterizzava la sua produzione, nei confronti della stampa periodica dell'epoca. (Le testate che egli cita nella nota qui a fianco)
Alcune immagini 'introduttive' ci presentano il paese - ferito e vitale - del dopoguerra. Le stesse atmosfere che il cinema neorealista diffonderà nel mondo, quasi un messaggio congiunto di povertà, dignità e inventiva
ancora estraneo ad ogni modello televisivo. Subito dopo osserviamo lo straordinario esordio della moda italiana con l'affermarsi dei primi creatori d'atelier. Da Capucci a Valentino, da Veneziani a Schubert, alle sorelle Fontana. Fuori, le modelle posano in surreali spazi urbani ancora non inquinati dalla nevrosi del traffico. Quindi l'epopea gloriosa del nostro cinema: registi ed attori, oggi simboli di valore artistico assoluto. De Sica, Germi, Rossellini
a fianco di Anna Magnani, Gassmann, Mangano, Mastroianni. Avanzano poi gli artisti - a loro modo anch'essi 'attori' di una stagione romana indimenticabile - gli scrittori (con Moravia, Morante, Pasolini) ed infine alcuni miti del mondo musicale, da Mina a Rubinstein. Sono quasi sempre ritratti 'ambientati', con forti valori di luce ed ombra, dove lo sfondo racconta e rivela quanto il primo piano, dove gesti e sguardi si aggiungono alla nostra memoria, alle nostre opinioni. E non di rado le capovolgono.
Tra i fogli di questa sequenza fotografica è però racchiusa anche l'ipotesi di una più ampia ricerca, nel vastissimo archivio di Federico Garolla. Anzitutto perché - a distanza di decenni - i documenti storici, soprattutto quelli visivi, assumono sempre più spesso una loro preziosa valenza culturale; segni che testimoniano simbolicamente, assieme allo stile inconfondibile dell'autore, il clima di tutto un periodo della vicenda nazionale. E poi perché il progetto - ora in corso - di una selezione e presentazione organica delle opere di Garolla, dovrà confermare il suo nome tra i protagonisti più interessanti del fotogiornalismo italiano.
Cesare Colombo |